lunedì 15 agosto 2016

Il cancro addosso

Tumore:
ricerca, sentenza
o business?
         di Matteo Tassinari
Pensare il cancro. Il cancro, un processo di creazione impazzito, pensai...
Quando muore qualcuno di cancro, mi chiedo sempre dove aveva il tumore, chissà quale cellula l’ha determinato, quale la micro cellula malata ha raggruppato silenziosamente attorno a sé altre cellule. Tipo forme di stress potenti o lunghi periodi di depressione, se c'è stato un giorno preciso in cui è iniziato il golpe cellulare mentre il corpo ignaro era in un ufficio postale o al tavolo di un self-service.
Glioma, fibroma, blastoma, qualunque sia il tumore che sta devastando i tuoi giorni, cerchi con le mani il punto dolente del tuo corpo in cui si nasconde. E' in quel momento che capisci il livello della tua paranoia, della tua angoscia, capisci che non stai combattendo soltanto contro un tumore, in realtà sei in guerra contro un miliardo di cellule e una serie di pregiudizi stratificati nella tua mente nell'arco della tua vita. Perché non pensavi che toccasse proprio a te.
 
In ogni caso, la catastrofe più ingombrante, consistere nel persistere di un mondo dove la "diceria" e un venticello leggero. Vale a dire quello che accade da sempre. Intanto, tra 20anni, tutti quanti, medici compresi, ci sputeranno sopra alla Chemioterapia per la sua smodata tossicità e perché avranno trovato qualcosa di più remunerativo. La bestia Big Pharma è famelica, affamata, insaziabile, non si stanca mai d'incassare. E' capitato che un malato di cancro sia morto non di tumore, ma per gli effetti collaterali di questa cura ancora in estrema considerazione medica, come se altre strade non fossero possibili. Un pò quello che sta accadendo ora all'Interferone, un farmaco feroce che scombussola la mente dell'assuntore, talvolta fino al suicidio. Certo, abbassa le transaminasi, ma poi t'ammazza, se non smetti subito l'assunzione, per la sua nocività elevatissima. Un conoscente s'è buttato giù dal quarto piano perché non sopportava gli effetti indesiderati di questo farmaco.  



La vita oltre 
la chemioterapia
L'argomentare dell'oncologo e della letteratura medica, non è sufficiente, come non fornisce neppure un modo di pensarlo, un modo non dico di discuterci, ma di viverlo come parte di me, non chiamandolo più "corpo estraneo" come spesso i dottori dicono. Mi rimane indigesto, mi fa paura,  percepire il tumore come evento generico, incorporeo, imprecisato, sommario. Come le collezioni di dati, bioritmi, scopìe, tomografie assiali computerizzate (TAC), geometrie, proiezioni, rotazioni del tubo radiogeno, liquidi di contrasto e su quei dati un nugolo di mosche che discutono, si confrontano le idee terapeutiche, ricerche, novità, speranze, sudore. Pianto. Tutto questo non arriva a formare un pensiero potente?
Soubrette dopo  la chemioterapia
La filosofia scantona, non ce la fa, troppo pesante, nonostante le sue spalle grosse e non solo. Dai guadagni stratosferici di Big Pharma International sul cancro, non si direbbe l'indotto economico che arreca il tumore come fonte a cui attingere. Un vero Business del dolore chiuso in se stesso, dove c'è chi s'arricchisce e chi muore. Perché capita spesso di avere l'intruso e non saperlo. Ci convivi, lui ti lavora dentro e quando, alla fine, magari per un qualche accidente che non c’entra nulla, i medici lo scoprono, è ormai troppo tardi. La prevenzione, oggi lo sappiamo, diventa un atto fondamentale in queste circostanze.

Tra 20 anni la
chemio sarà vietata
Tra 20 anni la chemioterapia sarà vietata per la sua potente tossicità, vedrete!  Capisco il tono presuntuoso di questa mia previsione, ma già sono calati i picchi di tossicità delle ultime sacche di chemioterapia. La gente riesce a sopportarla meglio, segno del fatto che se si vuole qualcosa contro il dolore di questa pratica medica, si può fare. Intanto, allegramente, c'intossichiamo. Ma il gusto di arrivare sempre tardi non ce lo caverà mai nessuno, troppo avvinghiati a questo vizio.
Marijuana prescritta per uso medico
Ad esempio, a quando la legalizzazione per malati gravi l'uso di Marijuana che s'è scoperto, scientificamente, contenere notevoli benefici anche sui casi di Alzhaimer, Aids, tumori e altre patologie? In fondo, di cosa scriviamo? Di una pianta che per crescere ha bisogno solo di tre cose: Acqua, Terra e Sole. Più naturale di così c'è poca roba in giro, supermercati compresi. Ma lottare contro Big Pharma è come mettersi a cavallo e come don Chisciotte lottare contro i mulini a vento. Le parole più belle che uno possa desiderare di sentire, non sono più 'Ti amo', ma: 'Non si preoccupi, è benigno!'.

Sotto a chi tocca.
Si può ricominciare
Dopo l’operazione, chiesi di vederlo. A colpo d’ occhio sembrava una pallina di marmo, innocua, quasi graziosa. Dopo alcuni giorni lo esaminai al microscopio, e mi resi conto di che cosa fosse capace riproducendosi. Capii che avevo un nemico dentro di me: un alieno, che ha invaso il mio corpo per distruggerlo. Ora abbiamo un rapporto di guerra: lui vuole ammazzarmi, io voglio ammazzare lui. Una guerra frontale.
L’insondabile mistero della vita
Il pensiero scientifico, ci ha mentito per decenni spudoratamente, ha indugiato l’affronto più devastante sulle grandi pandemie, mettendo a rischio la vita dell'umanità più dolente. La peste nera e quella bubbonica, il vaiolo, il colera, la sifilide, oggetto di storici, filosofi, pensatori, romanzieri, cronisti dei tempi in cerca di esplicazioni razionali per cercare di non abbandonarsi troppo all'insondabile mistero esistenziale. La forza del male obbliga tutti alla sottomissione per quanto energica sia la nostra risposta di fronte a ciò che fugge per vite intere.
Che l'amor
t'esploda 
Si entra in una “killing zone”, battuta, illimitata, dall'artiglieria atomica e antica, senza la minima speranza. Un chemioterapico sa bene che la cura spesso è peggio del male, nell'atroce prolungamento del dolore con l’aggiunta di altro vomito e tempo da vivere con pruriti insopportabili o escoriazioni nate dal nulla sulle gambe, ventre, schiena. Voler pensare il cancro, per cercare di spiegarlo. Ma spiegare cosa? Che i linfonodi hanno bisogno di una piallata a base di sedute di radioscopie? Pensarlo il cancro, sbagliando, sia pure. Se si rifiuta il rischio di errore si è già rinunciato a qualsiasi pensiero sul cancro e la bestia ha già vinto.

Silenzio metafisico
Dalla nefanda e sinistra passività del silenzio metafisico, dare al tumore la giustizia che invoca, famelico, la giustizia della definizione astratta, il diritto di cittadinanza in un perimetro sacro, in cui l'odore d'ospedale non sia accolto insieme all'eterna verità. Di sicuro, avere un cancro, è un'esperienza che fa uscire da un certo automatismo di comportamenti, da quell'andare avanti con inerzia, dando per scontate le cose. In queste circostanze, uno è obbligato a fermarsi e pensare.
Trattarlo con riguardo perché è un enigma che la sfinge cosmica propone ai crocicchi, quando meni una vita non normale (secondo gli altri) perché farselo nemico è la fine prematura. In fondo non credo alla predestinazione. Esiste soltanto la predisposizione. Vi sono persone predisposte a morire di cancro e altre predisposte a morire impiccate, con lo stesso rigore clinico e l’uguale sentimento cinico. Il cancro viene in gran parte dalla follia repressa, per questo gli introversi hanno bisogno di parlare.
“La diffusione del cancro”
La terra contiene la vita, può contenerla e generarla senza essere vivente, perché separiamo natura organica da natura inorganica? L’inorganico, lo penso come qualcosa di puramente immateriale. Sento la musica Techno come una proiezione dell'inorganico, o quando leggo un romanzo di Baricco per saggiarne l’inconsistenza assoluta dell'etereo scrittore inspiegabilmente idolatrato da molti. La terra è tutta organica, vivente, pulsante, gravida 12 mesi all'anno. La terra è come noi, un essere mortale. E' la scoperta che ci permetterà a seguire questo on the road estenuante, è il mistero umano assoluto, anche se la diamo per scontata fino a farne la nostra personale pattumiera.
 Tomografia assiale computerizzata 
Il sole agonizza e agonizzerà ancora per molti decenni. I raggi cosmici, sfilacciandosi, i gas di schermo della biosfera bombardano cancro sui tessuti viventi, sui deserti, gli oceani, i ghiacciai silenziosi come i veri predatori della natura che quando sferreranno l’attacco, sarà immediatamente finita per tutti, senza toni apocalittici, anche se mi piacciono tanto. E' il caos, perché ormai è già, e subito, tardi. La terra è piena di metastasi, molte sono già esplose come Hiroshima. Altre son in attesa.
  Dopo la bomba      di Hiroshima
Quando suonarono le sirene guardammo lassù, all'orizzonte, oltre le montagne, in direzione di Nagasaki, ma non si vedeva niente. Tutto ad un tratto il cielo si squarciò in due. Ci fu un bagliore accecante e un occhio apparve nel cielo. Un occhio gigantesco, che ci guardò con una cattiveria che non si era mai vista. (Rapsodia in agosto). Quel che non dimenticherò è l’allegria generale, creata dai giornali e rimbalzata su tutte le facce, dopo la bomba di Hiroshima: “Questo fa finire la guerra: tutte le guerre, per sempre”, “Siamo entrati in un'epoca di prodigi mai visti”. Era sbarcato Cortés e gli Indiani poveretti accoglievano come un Dio il loro massacratore.                                                                              (Guido Ceronetti)
Non esiste     cancro oggettivo
La prima volta che mi arrivò una voce sul cancro come evento epidemico mondiale fu negli anni ‘70, leggendo qualcosa. Si trattava dell'opinione di un cancerologo francese che commentava l’atomica di Hiroshima più o meno cosi: “E’ cominciata la diffusione mondiale del cancro”. Ce l'ho dentro ancora quella voce, quelle parole, quella infallibile profezia. Ed ero bambino. Ma è già, subito, un difficile lavoro per il pensiero operare l’allacciamento, in termini speculativi, tra lo bomba di Hiroshima e il cancro mondiale.
Ripensando
alle         bufere
Era il 4 dicembre 1993, venti anni fa. Frank Zappa morì a Los Angeles per un cancro alla prostata. Negli ultimi tempi della sua vita, non rinunciò alla sua vena polemica annunciando di volersi candidare alla presidenza degli Stati Uniti in totale dissenso con la politica dell’ex presidente Reagan e con quella di George Bush. Il suo biglietto da visita o slogan era: "Potrei mai far peggio di Ronald Reagan?".
Pandora
scoperchiato
Sarebbe troppo rischioso dire che il tumore e pandemico. Alzando senza paura il velo, la faccia, è là! Siamo noi, viviamo, ci muoviamo, parliamo, leggiamo, scriviamo, cerchiamo di superarci senza riuscirvi. Un vaso di Pandora ancora da scoperchiare, chi lo alzerà quel coperchio?
L'uomo cancerifica la terra con la sua presenza in eccesso, la sua attività di delirio consumistico, i suoi pensieri criminali e la sua impossibilità di amare al di là di quel che più strettamente gli somiglia. Solo tre o quattro poeti fra tutti hanno sperimentato l'amore infinito, gli altri hanno amato donne, uomini, vino, oppio, arance, qualche gatto e la terra, sempre lei, salda il conto, d'accordo col cielo e il sole, inondando di cancro l'uomo. “La misura della vita è dunque la differenza che esiste tra lo sforzo delle potenze esterne e quello della resistenza interna". L'eccesso di quelle annuncia la sua debolezza, il predominare di questa è l'indice della sua forza.
L'angelo sterminatore
Il deserto si allarga e l'allargarsi del deserto stringe la vita dell'uomo sempre più incapace di pensare la vita, nascondendosi per darsi alla morte viziosa. Guardate le stesse ricerche sul cancro. Non sono anticancro che per chi non vuole pensare e per chi accetta la spennellata di morte che insita nei luoghi comuni dei “come stai” e “Come va?”.
Edvard Munch dipinto
Questa bancarotta non è muta, anzi assume in tutto la forma di un grido, di un'immagine dell'onda sonora ben più vasta e prolungata di quella sonnambulicamente trascritta da Edvard Munch, che se fosse percepito ci sarebbe insopportabile e ci costringerebbe a "fare qualcosa" per placarlo. Sono le cosiddette stelle inaccessibili.  
Credo di poter dire che lo stato della terra sia attualmente molto peggiore di quello che viene descritto dalla scienza dominante più pessimistica, perché il grido, l'incessante lamento di Munch che non può essere percepito delle forme viventi visibili e non visibili, non è oggetto misurabile, perché interiore e senza canali di comunicazione nervosa esterna, come succede con certi esseri che ci passano accanto non udiamo nulla, neppure un sospiro, eppure gridano con la forza di mille agonie.
Enigma cancro
Alla malattia infettiva e contagiosa per impiantarsi è sufficiente la debolezza fisica a causa di una fragilità immunodepressa, il cancro invece è attratto soprattutto dal sovraccarico di attività psichica, dal dinamismo mentale dissennato, dagli sconvolgimenti dell'anima all'esasperazione mentale. C’è gente molto superficiale che fino a quando non muoiono non capiscono, o meglio, rifiutando di capire, che stanno morendo, mandando a Volturno il momento migliore della nostra vita: la morte! E lancia epiteti della minchia come: “Il cancro è una parola, non una sentenza”. Per dirla con l'ottimo Nanni Moretti, le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste. Le parole sono importanti! Aggiungo solo che il silenzio, di fronte a certe frasi, è la cura più potente all’ipocrisia e alla retorica sociale. Siamo stufi di minchiate.

La dolce "agonia" feroce
E’ questa la cifra totale della sofferenza che ognuno di noi porta in grembo, alcuni riescono a gestirla, altri no. Qui entrano in azione le cliniche della "dolce morte" (mai come in questo caso la parola dolce è stata usata a sproposito) pronte a venirti in aiuto ammazzandoti. Ormai alle follie dell'uomo e della donna sono abituato, c'ho fatto quasi il callo, meno alle sue consistenze. Voglio dire che l'inquietudine sta più nella quantità di persone dedite a devianze mostruose, non tanto le devianze mostruose, per quanto orribili, ma il livello espansionale delle persone dedite a devianze mostruose. Non è della famiglia dei Bartezzaghi. Questa l'hanno capita in pochi. Forse nessuno. O un paio di persone. Si facciano avanti. C'è un premio, per loro due.
     La    goccia
    nel       pane
Pensare al cancro. Appropriarselo come pensiero per respingerlo come paura. Chi pensa opera, non stramazza di passività. Ma un pensiero schiavo dei dati e depurato di qualsiasi relazione col mistero, che mai ci sarà rivelato, del mondo, è un pensiero inoperante, un pensiero morto e che fa morire. Sia dunque dedicato a tutti.
Il poeta e scrittore Alvaro Mutis il gabbiere
Sia dedicato anche a tanti volti cari che là, nelle penombre, nelle stanze visitate, non raggiungibili da altri conforti, patiscono e tremano per sé e per altriQuanta tristezza su volti nei reparti sigillati, pigiami che sembrano vele o mappe navali che coprono quattro ossa che stanno bucando la pelle. Getto il pane nell’acqua e dopo molti giorni lo ritroverai per sfamarti. Acqua e pane. "Come una goccia di splendore", di Alvaro Mutis, poeta colombiano morto pochi mesi fa, un autore che meriterebbe maggior considerazione e che consiglio soprattutto l'autentico capolavoro: "La neve dell'ammiraglio", anche se altri lo conosceranno anche per "Maqroll il Gabbiere" l'umanissimo semidio del coraggio e della sfida



sabato 13 agosto 2016

John Holmes, l'attore più dotato

John Curtis Holmes
Il più completo
tra gli attori
          di Matteo Tassinari
Assegnato alla notorietà e celebrità dei posteri al pari se non di più di star del cinema come Humphrey Bogart, Cary Grant o Clint Eastwood (ed altri animali cinematografici armati di revolver in celluloide), John Curtis Holmes, il più “completo” tra gli attori porno della storia del cinema, ebbe la determinazione di terminare il suo memoriale poco prima di spirare per Aids in una clinica di Los Angeles, il 13 marzo 1988.
Aveva 44 primavere sulle spalle e aveva navigato, come scrive sua moglie Misty Dawn: "Un’esistenza singolare o decisamente atipica, che lo aveva portato ad essere considerato una sorta di Totem per tutti, la cinematografia e l’intera società americana”. Il suo aforisma preferito era: “Vivi velocemente, muori giovane come una rockstar, un mito pop, una divinità discesa sulla terra a Pickaway County”. Holmes era molto diverso da Rocco Siffredi, quest’ultimo in grado di avvicendare l'operosità a tre x con pubblicità inoffensive o comparsate in movie e programmi per tutti, ma non per John! La vitalità della sua esistenza s’è rivelata un’autentica imprudenza, una sconsiderata quanto avventata esistenza, degna dei componimenti narrativi a luci rosse più terrorizzanti ed orribili. Come lanciarsi ai 200 all’ora contro una sequoia gigante, senza neanche sfiorare la martinicca (freno a ceppi che si aziona manualmente).
 "Costretto" alla carne
Era l’8 agosto 1944 in Ohio, mentre la furia bellica nazista compiva la sua andatura sostenuta attraverso l’Europa e i popoli formavano file in attesa di vedere “Since You Went Away” (Da quando te ne andasti) e “Going My Way” (La mia via), una serie televisiva statunitense in 30 episodi trasmessi per la prima volta dal 1962 al 1963. 
Quando uscì nei cinema “Wonderland”, il film di James Cox dove un anfetaminico Val Kilmer incarna “Mister 35 centimetri”, è incentrato su una delle vicende più tragiche e terribili dell’esistenza dell’attore porno. Due persone e due donne amiche di Holmes, furono brutalmente uccise nel momento in cui festeggiavano la riuscita di una rapina in un appartamento di Wonderland Avenue. La strage, dove il personaggio chiave fu proprio John Holmes, è una delle vicende più tetre e incredibili degli avvenimenti criminosi americani. Si trattò di una rappresaglia nata per rivalsa a causa di una rapina in una abitazione del malavitoso Nash.
Vocazione per
l'eccesso

Holmes durante uno dei suoi processi
Nei primi anni ottanta, per aver rubato due chili di cocaina e tante altre situazioni oltre il limite, il porno attore, ormai in declino artistico, si ritrovò con la malavita di Los Angeles addosso che voleva ucciderlo perché aveva scoperto che faceva il doppio gioco con l'altra band di criminali. Un'affronto terribile, secondo i codici della malavita! Per non farsi ammazzare dalla criminalità di Woonderland, organizzazione criminale a metà tra un cartello della droga e una banda di strada che gestiva la rete del traffico di droga, cocaina in particolar modo, nell'area di Los Angeles a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, disse ai boss dei movimenti più alti e importanti, che il leader di una di queste bande, Eddie Nash, teneva nella sua abitazione mazzette di dollari per milioni di dollari, pietre preziose, oro e tanta, ma tantissima cocaina da rotolarsi come nella sabbia, aiutando la criminalità avversa ad organizzare un furto in grande stile ai danni del boss Nash. I morti furono quattro, tutti membri di prim’ordine dell'organizzazione di Eddie Nash. Ma lui non si preoccupava di queste cose, anche se capiva che rischiava non poco, continuava a scopare sul set, sniffare cocaina tutto il giorno e tenere un'erezione in tiro per almeno 20 minuti .
Uscì una nuova tiratura di un milione di copie del libro di Porn king, testo convulso e spasmodico, già visto nel 1999 su Holmes e Woonderland. Un libro postumo e prodotto dall'ex moglie, la vedova che aveva custodito scrupolosamente il manoscritto per quattordici anni. Non l'aveva pubblicato prima per questioni legati ai procedimenti dei diversi tribunali, d’avvocati e giudici. Non solo, perché la famiglia di John, infaticabili lavoratori del Midwest, non gradivano di sicuro che venisse ricordata ancora la storia di quel “degenerato e snaturato”, divenuto, certamente, celebre, ma per ragioni impressionanti e sgradevoli, moleste ed estremamente inaspettate per gente così, persa nell'immensa campagna americana.
Holmes mentre spara nell'episodio che sconvolse
l'america a Woonderland Avenue
 Mr.   35 cm. 
Successo, trionfo e crollo fisico di Mr. 35 cm (come ricorda Elio & Le Storie Tese che però si fermarono a 30 centimetri nel loro brano "John Holmes, una vita per il cinema”. Di fronte ad un personaggio di questo tipo, la fantasia sessuale perversa della gente strabordava dalle menti perverse. Si diceva, ridendo, che un cavallo gli faceva 'na sega al "tosto Holmes" e che se ti capitava per sfiga di passargli vicino, dovevi stringere forte il culo e allungare i passi. La fantasia popolare, della gente, è sempre la "migliore" e la più "cinica".
Non ho nulla da nascondere, cioè...
Perle di saggezza popolare, le definirei. Ma forse l'aneddoto più tosto e buffo, era quello che raccontavano nel New Jersey: "Edal nostro incontro di quella sera di tanti anni fa con John Holmes che Poirot cammina così", raccontò ad una giornalista il motivo della tipica camminata dell'investigatore belga. Era il momento della ricchezza, donne, droga e soldi e i film porno si giravano anche 4 al giorno. Tutto ancora in pellicola e anche (o soprattutto) con pochi soldi e tempi brevi. Erano film porno dove si cercava, anche con una certa attenzione alla sceneggiatura e performance, magari ottenendo il massimo delle prestazioni grazie all’uso di droghe e pura follia.
  4.000 $ al giorno

Negli anni settanta,  interpreta a tempo vertiginoso, flirta con le cocaina in modo esagerato (si parla di un consumo di dieci grammi al giorno), frequenta spacciatori di livello altissimo, boss, pusher di strada, trafficanti di coca ed armi, consuma sesso fuori e dentro il set cinematografico con una cifra scioccante di donne senza alcuna protezione. Non può che finire in carcere un soggetto del genere. Qui, scopre la sua sieropositività al virus dell’Aids. Concentrarsi nella lettura delle sue inquietanti imprese criminali, significa sprofondare nella sua vita sventata e temeraria ed avvertirne il fremito della sua vocazione a quel tipo di vita. Non avrebbe saputo proprio vivere in altro modo. Col tempo viene a galla la debolezza di un essere che oltre alle chiare “potenze organiche”, possedeva, stranamente, un grande senso dell’ironia e all’apparenza quasi scemo.
  “Incinto      e abbandonato"
In realtà, era un comportamento furbo per sfuggire alle domande pressanti e certo non carine dei poliziotti o criminali. La sua carica umana con questa gentaglia era più un’arma, una difesa piuttosto che un reale comportamento dell’attore. Chi lavorò con lui in quel frangente, dice che Holmes era cambiato, molti ironizzando abbastanza ferocemente dissero che era giù, perché: "incinto e abbandonato". 
 La fase calante
Appariva spesso sotto l'effetto di droghe mentre "ci dava" con tre bionde dalle folte e ricciolute chiome americane, così la sua dipendenza comincio ad influenzare le prestazioni di Holmes, fino a rendergli impossibile sostenere un'erezione per più di due minuti. Cominciò una fase calante, direi prevedibile considerate i vizi e il modo di vivere del personaggio raccontato.
Cominciò a non essere neanche più puntuale sul set e le offerte di lavoro, per forza di cose, iniziarono a calare. Famosissimo fu l’episodio quando Holmes, a letto con una donna, (o forse quattro), avverte rumori in giardino. Per la paura decise di fuggire quasi nudo sulla strada. Iniziarono a sparargli addosso non so quanti colpi senza colpirlo, ma lui, anche preparato atleticamente, riuscì a spingersi verso la sua macchina per poi perdere i sensi appoggiano la testa sul clacson che suonava in continuazione. Ma la città degli Angeli, Los Angeles, si sa, è una città dove prima che qualcuno si accorga di un’altra persona in crisi, ci vuole molto. Quando si sveglierà dal “coma” indotto dalle droghe e colpi di pistola, si trovò addosso un paio di poliziotti che l’inchiodarono di domande sull’evidente lesione alla schiena. Lui, senza scomporsi, rispose: "Faccio lo stuntman nei film. Stavo provando una scena quando mi è partito un colpo. Non sapevo fosse una vera pistola e soprattutto ch fosse carica, almeno io non l’avevo caricata", una risposta che sa di presa in giro e che da il polso del personaggio estremo.


domenica 7 agosto 2016

Lusso e sfarzo, virtù Cardinalizie

 Cardinal
Tarciso        Bertone:
"Beati i poveri
perché di essi è il regno dei Cieli"

         di Matteo Tassinari
Quanto seguirà, è, papale papale, un'inchiesta su di un personaggio alquanto discutibile e controverso, il cardinale ed ex capo dello Stato Vaticano, Tarciso Bertone, quello che vive tra sfarzo e lusso. Dico da subito che ho ripreso dati che ho raccolto dalla Rete, per questo non firmo il pezzo, un lavoro d’assemblaggio per rendere il testo scorrevole, levigato e piallato, per rendere la lettura limpida e tersa. In questi casi bisogna stare attenti all'oceano delle parole che t’ammanta, dove affogare è un attimo come cestinare il testo scritto e sudato.
Giuseppe   D'avanzo
In ricordo   del collega
Giuseppe  D'Avanzo, 
il migliore  di tutti
La calunnia è un venticello, un'auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente comincia a sussurrar. Piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va ronzando. Nelle orecchie della gente s'introduce e le teste ed i cervelli fa stordire. Dalla bocca esce lo schiamazzo, prende forza, vola già di loco in loco. Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia e produce un'esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, un tumulto generale, che fa l'aria rimbombar. E il meschino calunniato, avvilito, calpestato, sotto il pubblico flagello per gran sorte ha crepar. Perché lieve è il dolore che parla. Il grande è muto.
Per questo ho scelto di ricordare il giornalista di Repubblica, Giuseppe D'Avanzo, una persona che stimavo come pochi altri, il giornalista che ha fatto le inchieste più belle e potenti d'Italia e nel mondo. Travaglio, al confronto, è un bambino alle elementari che sa appena svolgere l'analisi grammaticale, pur ritenendolo uno dei "cavalli di razza" di questo mestiere lurido come il giornalismo. Eppure, il più bello di tutti. 
   Un   volto,   il nulla
Ho pagato tutto
coi miei risparmi
Il cardinale Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato, accusato di avere speso i soldi delle elemosine per ristrutturare il suo principesco appartamento, si è difeso così, in un'intervista al Corriere della Sera: "Erano due appartamenti disastrati e abbandonati da anni. Il Governatorato mi ha comunicato una spesa sui 300 mila euro. Ho pagato con i miei risparmi" e così, oltre a rendersi ridicolo come un comico involontario, secondo lui tutto è a posto. Ecco, appunto, quanto guadagna un cardinale tanto da poter accumulare 300 mila euro? Gian Guido Vecchi, il giornalista, gli ricorda che la Fondazione Bambin Gesù ha anch’essa pagato 200 mila euro per la ristrutturazione del suo mega appartamento, ma lui nega nel modo più assoluto senza però dare nessuna risposta precisa. Si limita a proferire: "Non è vero". Un pò poco.
Versione VatiSafari.
Cioè, per far vivere decentemente il cardinal Bertone servono 500 mila euro, 300 mila dei suoi risparmi e 200 mila del bilancio del Bambin Gesù. Si difende così Bertone: "Io non ho visto nulla, ed escludo in modo assoluto di aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione ad alcun pagamento a mio favore. Ho dato istruzioni al mio avvocato di svolgere indagini per verificare cosa sia realmente accaduto". Come Scajola. Esattamente come Claudio Scajola, l'uomo che viveva a sua insaputa. Qualcuno infatti, come ricorderete, ha pagato a sua insaputa un appartamento con vista sul Colosseo. Questa fu la sua prima sua difesa: "Ma io non sapevo nulla, anche se vivevo lì". Poi c'hanno pensato i suoi tre avvocati a pianificare le cose. Scajola (laico) vista Colosseo, Bertone (cattolico) vista Cupolone. E sia chiaro, non erano 700 metri quadrati. Erano solo 296 metri. E non è un attico, è un terzo piano. Cardinale, ha tutta la nostra comprensione, ma come pretende che la si creda con queste deboli difese? Come si fa a vivere in soli 296 metri quadrati con attico a vista cupola di san Pietro? Se non se lo ricorda, il Vaticano ha intentato un'inchiesta sulla provenienza dei fondi utilizzati per ristrutturare la sua reggia con l'attico abitato da lei e solo lei ci può dire da chi altri. E cosa ci dice dell’eredità Gerini? Perché il cardinale Bertone è coinvolto in un procedimento civile che riguarda il lascito ereditario del marchese Alessandro Gerini, che negli anni '90 lasciò ai Salesiani una eredità stimata in oltre 650 milioni di euro. La linea difensiva condotta dall'alto prelato è quella di essere stato indotto con truffa a dare il consenso all'accordo stragiudiziale con gli eredi Gerini per concludere la disputa sull'eredità. Sempre troppo poco. Ma a conti fatti è messo proprio male lei, in quanto a credibilità.
L'attico del Prelato
Il Palazzo con tanto di attico che il Cardinale Bertone
continua a negarne l'esistenza, e direi anche l'evidenza

Berto, l'umile 

"Accuse infamanti, ridicole, senza senso", dice il cardinale, mi piacerebbe sapere quale sia il senso che sottende. "Ormai sono nel mirino. Il nome Bertone richiama subito l’attenzione". Poverello, nelle riunioni di condominio non si parla d’altro, "umile" Bertone, così "modesto", così "dimesso". Chissà come sarebbe scomodo, per il martoriato cardinal Mendoza Bertone, abitare in un bilocale di 70 metri quadrati, proprio come l'appartamento di Papa Bergoglio che vive in un bilocale. Bisogna capirlo quest'uomo nerboruto e dai pugni decisi sventolati nell'aria per darsi quell'aria da illuminato quale non è, alto due metri e grottesco molto di più.
Ancora Bergoglio che ancora non è stato nominato Papa.
Notate come guarda smarrito cardinale Bertone per la smaccata vanità.
Lo metterà a posto poi, quando diventerà Papa
    I suoi "risparmini"
Alle volte è meglio tacere e fingere che le cose non stiano così, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio. Il cardinale Tarcisio Bertone è finito di nuovo nell’occhio del ciclone per via del suo appartamento, ristrutturato al costo di 300 mila euro.
Evidente lo stato d'indigenza in cui vivono i Cardinali...
Dice che li avrebbe messi tutti di tasca sua, con “i suoi risparmi”. Secondo le accuse, però, lo avrebbe ristrutturato con i soldi della Fondazione Bambin Gesù per i bimbi malati: duecentomila euro arrivavano da lì. E’ difficile pensare che uno spenda 300mila euro per ristrutturare una casa che poi dovrà restituire al Governatorato che gliel’ha conferito.
Così com'è arduo comprendere come mai, se la ristrutturazione la pagava di tasca sua, le fatture arrivassero alla ragioneria della Confraternita e non a sé medesimo. E anche ammesso che uno abbia 300 mila euro da “buttare” per ristrutturare un appartamento che dovrà restituire, sono sempre soldi rubati ai poveri, e questo, per un "porporato" è un dilemma disgustoso.
Ma guarda un pò chi c'è?! Chi l'avrebbe detto!
Grillo ha la faccia del bimbo colto
con le mani nella marmellata, però pentito
Ciò significa che ne ha molti (ma molti molti) di più da parte, così anche al Fisco viene evaso il suo dovuto contributo. Un maneggione! E' molto difficile immaginare come faccia un cardinale, che predica povertà e sobrietà, ad accumulare simili fortune. Ma come li ha ottenuti tutti questi soldi? Con lo stipendio della Chiesa? Con gli oboli della Santa Messa? L’intervista del Corriere a Bertone sulla casa di 300 mq ristrutturata con 500 mila euro, spiega tutto e quanto quest’omone alto 2 metri e pieno di potere fino al plesso solare, la zona che corrisponde alla regione addominale tra l'ombelico e lo stomaco, sia lascivo, freddo, indifferente e distaccato con tutto e tutti.
Un Cardinale molto "avanti"
L’INDIGNAZIONE
DELL’EX SEGRETARIO DI STATO
Ma fin qui si tratta ancora di ordinaria amministrazione. Anche se fosse di gente che ha avuto case “a sua insaputa” ne abbiamo già vista e ne vedremo ancora. Senonché, la parte buffa dell’intervista arriva quando gli viene chiesto a Bertone: “Il Papa vive in 70 metri quadrati e lei nel lusso".
Al che lui replica, candidamente: “L’appartamento non è di 300 metri quadri, bensì di 296. E non ci vivo da solo. Abito con una comunità di tre suore che mi aiutano, c’è anche una segretaria che il Santo Padre mi ha concesso per scrivere le memorie di tre Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. C’è la biblioteca, l’archivio, le camere per tutti e ci sono anche le stanze dei diversi ospiti”. Quel pover’uomo del cardinale Tarcisio Bertone è davvero oberato di lavoro, bisogna capirlo, poverello!
Il toro devi prenderlo per le corna
Quindi, stando a sentire 'sto pisquano qua, lui non vive nel lusso.e non c'ha una lira. In fondo non ha che 296 e non 300 metri quadrati con tre domestiche (aggratis), una segretaria (aggratis), una sala adibita ad archivio, una biblioteca e Dio solo sa cos’altro. Forse Bertone, per lusso, intende un superattico sulla Luna con vista Marte. O una villa sulle nuvole, alle porte del Paradiso, con San Pietro a fargli da portinaio, il Papa come segretario e Maria Maddalena per sventolargli due rami di palma nelle giornate afose (ogni tanto, d’estate, dall’inferno sale un po’ di calura). Chissà cosa ne direbbe quella buonanima di Gesù Cristo, se solo potesse ancora fare il suo Discorso della Montagna, dove gli ultimi saranno i primi e viceversa. 
La reazione  
del Papa
Il cardinale Tarcisio Bertone, da 6 mesi non più Segretario di Stato e questo è il vero motivo di questa sua impuntata, inaugurerà presto il suo attico a Palazzo San Carlo, la cui ampiezza viene data di poco inferiore ai 700 metri quadrati. In Vaticano, entrando dalla Porta del Perugino, la Domus Sanctae Marthae e il Palazzo San Carlo sono edifici vicini. La prima di dimensioni ridotte, il secondo imponente.
Spunta il maxi-vitalizio, imbarazzo Bertone
Ma non è tutto qui. vogliamo fare un accenno su una questione scabrosa come la scabbia? Massì che lo facciamo dai. Il cardinale Bertone, in qualità di presidente della commissione cardinalizia di vigilanza dell'Istituto Opere di Religione (IOR), è stato oggetto di indagine da parte delle autorità Vaticane per aver dato autorizzazione a sottoscrivere obbligazioni, per un totale di 15 milioni di euro, della società cinematografica Lux Vide diretta dall'amico Ettore Bernabei, operazione che comportò una perdita corrispondente per lo IOR nel bilancio 2014
        "Presuntuosi

sontuosi e untuosi"
Quando Bergoglio, dopo aver osservato i complessi lavori di ristrutturazione nella struttura a fianco, è stato informato su chi sarebbe stato il suo vicino di casa, si è arrabbiato non poco. Ora non può certo cacciare di casa l'inquilino. Ma la sua ira su chi in Curia ancora resiste al suo titanico tentativo di cambiamento non è passata inosservata il Giovedì santo prima di Pasqua quando, davanti al clero riunito in San Pietro, si è scagliato contro i preti "untuosi, sontuosi e presuntuosi", che devono avere invece "come sorella la povertà".
Basta saper prendere le misure...
La casa dove presto, prima dell'estate, il cardinale Bertone si trasferirà, ha dimensioni sontuose perché unisce due appartamenti: quello un tempo assegnato a Camillo Cibin, capo della Gendarmeria per tutto il pontificato di Karol Wojtyla, fra i 300 e i 400 metri, da cui è stata infine sloggiata la vedova e quello di monsignor Bruno Bertagna, deceduto nel 2013, di metratura intorno ai 200. A questi metri interni vanno però aggiunti circa 100 di terrazzo. Ma lui non molla. L’81enne segretario di Stato emerito Tarcisio Bertone sbotta con il Corriere della Sera: "È una vergogna, difendersi dalle calunnie è quasi impossibile. Di nuovo la faccenda dell’appartamento. Gli appartamenti assegnati ai cardinali di Curia sono di proprietà del Governatorato vaticano o dell’Amministrazione patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) e vengono ristrutturati dalle amministrazioni. L’appartamento mi è stato assegnato, d’accordo con Papa Francesco e il Governatorato. Ho pagato coi miei risparmi, capito”.
Bertone, l'ecologista
 VOGLIONO DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DAL VATILEAKS
Non ha dubbi Bertone, il porporato, sulla ragione del clamore: “Mi pare una manovra evidente per distogliere l’attenzione dal processo Vatileaks. Che altro motivo ci sarebbe per uscire adesso? Bertone fa sempre notizia, ma il punto vero è il Vatileaks. Ho ristrutturato l'attico con i miei soldi, non sapevo dei fondi del Bambin Gesù", un po’ monotono nella sua difesa. Anche percé si dice che non gli abbia creduto neppure un suo segretario, non so quale, visto che ne ha quattro. So solo di un alterco avvenuto fra i muri sacri a proposito dello sfarzo evidenziato dal cardinal Mendoza, cioè Bertone.
Che faccia? Ma chi ha visto? La Belluccci!
A sua discolpa non ha da dire proprio nulla. Ha detto lo scrittore e giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi: “Come risulta da documentazione, ho versato dal mio conto al Governatorato circa 300 mila euro". Così il cardinale Tarcisio Bertone si difende ancora in merito ai fondi utilizzati per ristrutturare l'attico della sua abitazione. Il cardinale ha una tempra di ferro, proprio come quegli occhiali scuri che gli coprono occhi da lupo, freddo, distaccato, disinteressato, menefreghista, insensibile, sempre e solo dedito ala carriera pontificia, imperturbabile come il peggior ateo, estraneo a tutti i problemi del mondo. Ma questo lo rende cieco, alle versioni che tira fuori. Una volta si diceva: “Quel prete predica bene, ma poi razzola male”. Questo è un cardinale ed ex capo di stato del Vaticano. Cosa dobbiamo pensare di questo Al Capone che ha scambiato la sua vocazione nel modo di vivere in mezzo a lusso e sfarzo.